75° Congresso Nazionale SIMLII

75° Congresso Nazionale SIMLII

75° Congresso Nazionale SIMLII. Esposizione ad oli lubrorefrigeranti vegetali: effetti sulla salute.

 

Relazione presentata al 75° Congresso Nazionale SIMLII Brescia/Bergamo, 17 – 19 ottobre 2012
Relatori: MM Riva, M Bellini, P Leghissa, D Gambini, G Mosconi

Premessa
-per gli effetti cutanei di origine chimica e microbiologica,
-per potenziali effetti sull’apparato respiratorio
-per il rischio cancerogeno-mutageno derivato dalla presenza di IPA negli oli minerali.
Dati di letteratura attestano la prevalenza di patologie cutanee nel settore metalmeccanico tra il 14.1 ed il 30%.

Scopo della ricerca
Studiare gli effetti di natura irritativa ed allergica per cute ed apparato respiratorio in una coorte di lavoratori esposti ad oli vegetali di ultima generazione.
Nel presente lavoro verranno sintetizzati i dati preliminari emersi dalla prima fase del progetto, indagine trasversale della popolazione esposta.
È allo studio una seconda fase, indagine longitudinale della coorte, indispensabile per completare la raccolta di informazioni.

Materiali e metodi
Sono state individuate 3 aziende metalmeccaniche dove fossero già utilizzati oli di derivazione vegetale. I lavoratori sono stati sottoposti a valutazioni cliniche ed interviste mirate: brevi questionari per disturbi respiratori e cutanei, relativi all’uso di DPI ed infine sulla percezione soggettiva delle condizioni igienico-sanitarie prima e dopo l’introduzione di oli vegetali. I casi risultati positivi allo screening clinico ed anamnestico sono stati indagati con accertamenti di secondo livello presso la USC di Medicina del Lavoro degli Ospedali Riuniti di Bergamo.
Campione di 81 lavoratori esposti ad oli vegetali, 71 uomini e 10 donne: Materiali e metodi 75° Congresso Nazionale SIMLII Brescia/Bergamo, 17 – 19 ottobre 2012 Esposizione ad oli lubrorefrigeranti vegetali: effetti sulla salute.
-età media di 34.5 anni (DS 8.9)
-anzianità lavorativa media di 17.4 anni (DS 9.5), di cui mediamente 14.5 trascorsi nel settore metalmeccanico (DS 8.6).
La durata media di esposizione ad oli lubrorefrigeranti di origine vegetale è risultata di 2.8 anni (DS 2.4, minimo 30 giorni, massimo 7 anni).

Risultati: disturbi respiratori
-Il 34.5% della coorte (21 soggetti in totale) è risultato atopico.
-Nessun lavoratore intervistato ha riferito disturbi respiratori correlabili all’utilizzo di oli vegetali.
-I soggetti affetti da rinite allergica o asma bronchiale erano infatti già in possesso di un inquadramento diagnostico adeguato che, in accordo con il dato anamnestico, ha consentito di ricondurre la patologia di ciascuno a sensibilizzazioni verso inalanti comuni non professionali.
-Non si è pertanto resa necessaria l’esecuzione di approfondimenti di secondo livello mirati a patologie respiratorie lavoro-correlate, risultate assenti allo stato attuale.

Risultati: patologie cutanee
Altre dermopatie non professionali documentate 2,5%
Nessun disturbo 87,7%
DIC: dato anamnestico 8,6%
DIC: clinicamente documentata 6,2%

Risultati: patologie cutanee
Caso 1
Lavoratore noto per sensibilizzazione a resina p-ter-butilfenolformaldeidica antecedente al contatto con oli vegetali, documentata con metodica patch in occasione di approfondimenti per una dermatite ai piedi.
-Alla visita lesioni eczematose a focolai multipli bilaterali all’avambraccio.
-Il disturbo è stato riferito a ricorrenza stagionale già da alcuni anni, dunque non in correlazione con l’impiego di oli.
-I patch test serie SIDAPA, a cui abbiamo deciso di sottoporre il lavoratore per controllo, hanno confermato la sola sensibilizzazione già nota.
-L’orientamento diagnostico finale è stato di eczema a focolai multipli in soggetto atopico.
Casi 2, 3 e 4
-3 casi di lesioni eczematose limitate ai piedi, in lavoratori della medesima azienda;
-Le testificazioni effettuate con la serie SIDAPA non hanno documentato alcuna sensibilizzazione.
-La diagnosi per tutti è stata di eczema da contatto irritante, provocato da impregnazione delle calze e della tomaia della scarpa antiinfortunistica.
-È emersa una carenza di formazione degli operatori, che non si sono curati di sostituire prontamente calze e calzature, creando dunque un deleterio effetto occlusivo.
Casi 5 e 6
-2 lavoratori presentavano una singola lesione eritemato-desquamativa a margini netti all’avambraccio, in via di quasi completa risoluzione spontanea.
-Successivamente alla nostra prima valutazione, risolta la lesione, non ci sono state segnalate ulteriori recidive, nonostante il persistere della esposizione.
-Non si sono resi necessari approfondimenti allergologici ed abbiamo concluso per un fenomeno di natura irritativa.
-Uno dei due lavoratori ha dichiarato mancato uso di guanti in occasione dell’insorgenza.
Caso 7
-Lavoratore risultato portatore di un eczema disidrosico alla mano destra.
-Test arresto-ripresa negativo.
-Per aspetto, sede e modalità di presentazione, non si è resa necessaria l’esecuzione di testificazioni allergologiche. Caso 7
Stiamo sottoponendo tutti i soggetti che hanno manifestato lesioni eczematose ad esecuzione di test d’uso con olio vegetale nuovo ed usato (metodica patch, differenti diluizioni). I soggetti sino ad ora testati sono risultati negativi.

Risultati: patologie cutanee
-Come da atteso non abbiamo avuto riscontro di nessun caso di follicolite, possibile conseguenza invece dell’esposizione ad oli minerali.
-Oltre alle lesioni cutanee documentate altri 7 lavoratori hanno riferito in anamnesi almeno un episodio di dermatite di verosimile origine irritativa sulle superfici esposte, pur avendo clinica completamente negativa al momento della visita.
-Vi sono stati al contrario 2 lavoratori che hanno segnalato solo in anamnesi remota episodi di dermatite irritativa, che non si sono più presentati dopo l’introduzione degli oli di derivazione vegetale.

Risultati: giudizio degli operatori sulle condizioni igienico-sanitarie dopo introduzione di oli vegetali in sostituzione degli oli minerali
Migliorate 26%
Invariate/non so 63%
Peggiorate 11%

Risultati: detergenti e DPI
-L’80% degli intervistati, nonostante la disponibilità di altri detergenti, ha riferito di utilizzare ancora come prodotto principale la pasta lavamani, ignorando che una eccessiva e reiterata azione abrasiva potrebbe favorire l’insorgenza di dermatiti.
-Il 49.4% dei lavoratori inoltre ha ammesso di non utilizzare abitualmente guanti.

Conclusioni 75° Congresso Nazionale SIMLII Brescia/Bergamo, 17 – 19 ottobre 2012 Esposizione ad oli lubrorefrigeranti vegetali: effetti sulla salute.
-È ancora prematuro esprimere un giudizio conclusivo sulla possibile insorgenza di sensibilizzazioni, si impone infatti una osservazione longitudinale.
-È tuttavia interessante che l’indagine trasversale, nonostante una esposizione media di quasi 3 anni, non abbia rilevato alterazioni cliniche attribuibili a forme allergiche da contatto.
-Dei 5 casi clinici documentati di dermatite irritativa, 4 sono avvenuti per inadeguato utilizzo di DPI o per applicazione di norme igieniche non corrette da parte degli operatori (problema di scelta DPI e di formazione).
-Rimane la constatazione che anche l’olio di origine vegetale, nelle sue condizioni di utilizzo (dunque con la presenza di possibili inquinanti quali metalli, particelle solide abrasive etc.) è dotato di una certa aggressività per la cute.
-L’assenza di follicoliti rappresenta un sicuro vantaggio per la salute degli operatori.
-Nessun fenomeno irritativo è stato evidenziato o anamnesticamente riferito dai lavoratori per quanto riguarda l’apparato respiratorio, nemmeno tra coloro già noti per forme di patologia respiratoria non professionale, potenzialmente ipersuscettibili.
L’utilizzo di oli vegetali per le lavorazioni meccaniche sembra portare significativi vantaggi per la riduzione del rischio per la salute dei lavoratori. Ulteriori risorse saranno comunque da dedicare ad una sorveglianza longitudinale, per confermare l’assenza di risposte allergiche nel medio e lungo termine.

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